Casa sana, Casa ammalata - parte 1

case felici, felici noi

Una casa è un organismo vivente complesso. Può essere felice o triste. Può essere sana o ammalata. Può soffrire di semplice disordine o soffocare a causa della disposofobia (paura di buttare via le cose). In effetti la maggior parte delle case soffre di quest'ultima sindrome. Non importa quanto si cerca di rendere la casa più bella, aggiungendo quel bel cuscino colorato, o quel bel quadretto, raramente ci ricordiamo di liberarci di quello che invece non ci serve più. Non è tanto l’organizzazione in casa che manca, bensì imparare a lasciare andare le cose. Le cose in generale, le cose inutili, le cose che si accumulano.

Ogni tanto provo a immaginare cosa direbbe la mia casa se potesse parlare. Probabilmente: "Non vedi che non c’è più spazio?"

Effettivamente è un sindrome di cui soffro anch'io. Dico sempre di non essere attaccata alle cose: non ho problemi a regalare qualunque cosa posseggo, ma ammetto di averne così tante. Ho le pareti di casa completamente coperte di quadri, ho fate, lucine e uccellini di legno appesi alle travi nel mio salotto, ho candele e cristalli sugli scaffali, ho ciotole di sassi raccolte dalla spiaggia, ho conchiglie e perline. Ho una collezione di vecchi telefoni. Ho un sacco di libri.

Quando ho traslocato dalla mia ultima casa a quella attuale, ho messo tutti i miei libri "preferiti" in scatole e li ho lasciati in magazzino. Dopo cinque anni mi sono ritrovata a dovermene occupare. Ho esaminato tutte le scatole e ho finito per tenerne quattro. Dei quattro che ho tenuto ho tirato fuori circa 20 libri e li ho infilati in librerie e scaffali, il resto li ho portati nel mio ufficio, dove sono ammucchiati fino al soffitto accanto al mio armadietto. Cosa mi tiene così attaccato a questi libri? Alcuni mi ricordano i momenti del passato in cui leggevo e mi facevo trasportare dall'ispirazione, altri mi hanno fatto piangere, alcuni sono incredibili avventure che sogno ancora. Sono confortanti, rassicuranti. Le case sono spazi così soggettivi! E specchi di noi stessi ... Quando si inizi a valutare quali “malattie” potrebbe avere la casa, in effetti si sta analizzando se stessi. Penso di aver iniziato a capire come la mia casa mi stesse influenzando quando ho iniziato a lavorare sulla mia camera da letto. Avevo un intero muro pieno di cuori di tutte le dimensioni e materiali – c’era anche un problema di muffa negli angoli. Ho tolto tutto dalle pareti che ho ridipinto e trattato. Mi sono ritrovata in uno spazio vuoto e bianco. Ora quando entro in camera mia riesco a tralasciare tutto nella sala, ritrovare il mio spazio vitale e addormentarmi in quel vuoto inspiratorio dove tutto è possibile.

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